Formaggi
Originariamente il formaggio lo si produceva utilizzando la spontanea coagulazione della caseina del latte, e lo si otteneva semplicemente dall’azione dell’aria e della luce.
Con il passare degli anni i metodi si sonno affinati e la coagulazione viene stimolata artificialmente aggiungendo il caglio al latte, che lo rapprende in una massa pastosa chiamata cagliata dalla quale è eliminato un liquido biancastro chiamato siero.
Per la preparazione del formaggio si impiega il latte vaccino, di ovini, di caprini; più o meno scremato, intero.
Appena ottenuta la coagulazione, alla cagliata viene tolto tutto il siero e viene modellata in forme e posta a sgocciolare: questa è il procedimento se si vogliono ottenere dei formaggi freschi. Per quelli stagionati si fa uso della cottura della cagliata, si procede ugualmente con la compressione nelle forme, e ad un periodo più o meno lungo di maturazione.
Se il formaggio non è stato adulterato contiene tutti i princìpi alimentari del latte dal quale è stato ottenuto. In particolare contiene: sostanze proteiche (il 30% circa), molti grassi (15-30%) e tracce di idrati di carbonio, insieme ad acqua e sali minerali.
Il formaggio è un cibo sano, gradevole, nutriente, ha inoltre il vantaggio di conservarsi facilmente e di riuscire facilmente digeribile.
Un formaggio biologico nasce da un latte proveniente animali allevati all’aperto, liberi di alimentarsi con l’erba che più gradiscono. Gli animali avendo libero accesso al pascolo, si mantengono in ottimo stato di salute e di benessere e, quindi, anche la qualità del latte ne benificia.
Nella zootecnia biologica è vietato ricorrere all’uso di farmaci di sintesi, quei pochi farmaci permessi, soltanto una decina, in buona parte sono di origine naturale. Questa restrizione nell’utilizzo di farmaci e di integratori alimentari di sintesi, fa si che il rischio che residui di sostanze chimiche “estranee”, che possano essere ingeriti o metabolizzate dagli animali sia molto basso o del tutto assente.